Il presidente di Visibilia si è recentemente ucciso sparandosi alla tempia: resta un mistero cosa l’abbia portato a farla finita.
Il suicidio di Luca Giuseppe Reale Ruffino ha dato inizio ad un’indagine approfondita sui motivi che avrebbero potuto portare il dirigente a farla finita. La recente autopsia ha negato le ipotesi di una malattia terminale ma una nuova pista, per gli inquirenti, potrebbe essere contenuta nel testamento del presidente di Visibilia, l’azienda una volta in mano a Daniela Santanchè, ed amministratore di vari condomini del milanese.
Lo suggerivano gli stessi bigliettini scritti da Ruffino poco prima di puntarsi la pistola alla tempia, nel suo appartamento di via Spadolini, a due passi dalla Bocconi. Le note erano dirette alla compagna Anna ed ai due figli, Mirko e Mattia, increduli dopo la notizie della morte del padre.
La chiave è nelle sue ultime volontà?
“Nel testamento del sessantenne – si legge in un articolo de La Stampa – potrebbe nascondersi la soluzione del giallo della sua morte che nessuno dei familiari, dei colleghi, delle persone più intime, sentite in questura, è riuscito a chiarire. Nessuno avrebbe fornito spiegazioni utili a ricostruire che cosa sia successo”.
“Nell’inchiesta per istigazione al suicidio – continua il quotidiano – aperta dalle pm Maria Giuseppina Gravina e Daniela Bartolucci, la svolta potrebbe arrivare da cellulare e chiavette sequestrate nell’appartamento”.
“La verità – prosegue l’articolo – potrebbe arrivare anche dal testamento, fondamentale per due ragioni. La prima, perché potrebbe accennare a una spiegazione di qualche tipo dietro l’estrema decisione. Ma anche perché chiarirà quale destino il manager ha immaginato per le sue aziende“.